Ormai è ufficiale: il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha proclamato il 19 maggio 2015 Matera “Capitale della Cultura Europea per il 2019”.
Il Capoluogo lucano, quarta città italiana a meritare questo ruolo – dopo Firenze nel 1986, Bologna nel 2000 e Genova nel 2004 – è la prima città dell’Italia meridionale che usufruirà di questo titolo per valorizzare il proprio territorio e la propria cultura, invero poco conosciuti anche a livello nazionale, in Europa ma non solo. Il ruolo europeo di Matera sarà condiviso con Plovdiv, stupenda cittadina bulgara dalla fulgida storia e dai numerosi monumenti. A caratterizzare il centro storico cittadino i noti “Sassi” che nel 1993 sono stati iscritti nella lista dei “patrimonio dell’umanità” dell’Unesco nel 1993. La stessa iscrizione è stata motivata dal fatto che rappresentano un ecosistema urbano straordinario, capace di perpetuare i modi di abitare nelle caverne dall’antichità protostorica alla modernità.
L’annuncio della scelta di Matera come capitale europea della scultura per il 2019 era stato dato lo scorso 17 ottobre. Con l’ufficializzazione della scelta “ho rivissuto la straordinaria emozione di allora completata dalla consapevolezza di rappresentare l’innovazione culturale in Europa”: questa la dichiarazione del sindaco materano Salvatore Adduce a margine dell’ufficializzazione della scelta”.
Motivando la scelta di Matera per l’importante ruolo europeo il sottosegretario alla Cultura della Unione europea Francesca Barracciu sottolinea invece che “l’antico comune lucano porta un messaggio: la cultura può essere messa al centro dei programmi e diventare fattore propulsivo, di crescita anche sociale ed economica e simbolo di riscatto”.
Cosa si aspetta la città come obiettivi dell’importante nomina europea? Innanzi tutto, il coinvolgimento di almeno l’80% degli abitanti nella creazione e produzione dei progetti culturali a disposizione dei turisti cui potrebbero partecipare anche le scuole ed il raggiungimento di 600 mila visitatori di cui il 50% stranieri a partire dal 2019. Fin dal 2016, invece, l’imperativo categorico è quello di migliorare i collegamenti della città con il resto del mondo. Matera, infatti, è l’unico capoluogo provinciale di Italia a non essere raggiunta dalle Ferrovie dello Stato ma solo dalla Ferrovia Apulo Lucana. Capita così che uno dei progetti è quello di migliorare il collegamento ferroviario fra Bari e Matera con treni e shuttle a cadenza oraria e tempi di percorrenza di 45 minuti. “Dopo aver chiuso un percorso di candidatura durato cinque anni – spiega il sindaco Adduce – ora ne abbiamo davanti altri otto di grande lavoro“.
A finanziare questi interventi gli investimenti della regione Basilicata e del Comune materano che hanno messo a disposizione della programmazione 50 milioni di euro, pari a tre quinti dei fondi, che saranno utilizzati “per attrarre ulteriori investimenti” mentre si cominciano a vedere i primi frutti, con un incremento di visitatori e nuove strutture ricettive.
A detta di Paolo Verri, direttore del “Comitato Matera 2019, i primi due anni saranno “dedicati a strutturare la Fondazione come strumento collettivo aperto a tutte le più interessanti realtà del sud“, ma soprattutto a fare formazione di “una burocrazia creativa” per la diffusione dell’esperienza. Fra le altre cose, si creranno produttori di contenuti, mediatori di pubblico, e personale amministrativo negli enti locali e tra i privati. Nel 2017 e 2018, invece, sarà il momento del network, con 54 città partner: 27 europee (una per ciascun Paese Ue), 23 italiane (una per Regione più le precedenti tre capitali della cultura: Firenze 1986; Bologna 2000; e Genova 2004) e quattro extra-Ue.
Francesco Rizza